Chi possiede un cane avrà certamente notato il modo in cui questo animale - specialmente se di sesso maschile - si diverte a grattare energicamente il terreno dopo aver fatto i suoi bisogni. Il nostro piccolo amico si allontana un po' dal punto esatto in cui ha depositato le feci e poi, compiendo movimenti decisi all'indietro con le zampe anteriori e soprattutto con quelle posteriori, gratta ripetutamente il terreno prima di allontanarsi. A volte questo comportamento si può osservare anche dopo la minzione, ma si tratta di casi eccezionali. Una prima spiegazione di questo fenomeno vedeva nell'azione un retaggio del periodo in cui gli antenati selvatici del cane avevano l'abitudine di coprire le feci, come i gatti. Si riteneva che l'addomesticamento avesse diminuito il vigore di questo comportamento, riducendolo a un inutile ricordo di quella che un tempo era una norma igienica. In realtà, tutto questo non è vero: infatti, da studi recenti sulla vita dei lupi si è potuto constatare che anch'essi si comportano allo stesso modo, cioè grattano il terreno. Di conseguenza, non vi è stato alcun decadimento dovuto alla domesticazione. Un'altra ipotesi suggeriva che i cani adottassero questo comportamento per cercare di sparpagliare le feci e ampliare la zona in cui avevano lasciato le loro emanazioni odorose. In effetti, alcune specie di animali hanno l'abitudine di spargere i loro escrementi: l'ippopotamo, per esempio, ha una coda appiattita che sventola di qua e di là per sparpagliare il più possibile il suo sterco. I cani però, anche se muovono le zampe sempre molto vicino alle loro feci, quando grattano il terreno non le toccano mai. A questo punto rimangono due spiegazioni plausibili. Cominciamo dalla prima.
Osservando i lupi selvatici che grattano il terreno, si è potuto constatare che essi smuovono la terra e i rifiuti che vi si trovano su un'estensione di diversi metri. Oltre a lasciare un segnale odoroso, dunque, gli animali forniscono un'informazione visiva chiaramente distinguibile. Forse i cani che grattano i marciapiedi dove i loro padroni li hanno portati a spasso non lasciano un messaggio molto visibile, però questa non è colpa loro. In un ambiente più naturale il loro gesto lascerebbe un segnale visivo maggiormente evidente. Secondariamente, si è ipotizzato che con questo comportamento il cane voglia aggiungere un altro dei suoi odori personali a quelli già presenti nelle feci, dal momento che le uniche ghiandole sudoripare funzionanti sono proprio quelle tra i polpastrelli delle zampe. Forse questa teoria ci appare poco convincente perché, anche se il nostro olfatto individua anche troppo facilmente l'odore delle feci di un cane, non siamo in grado di avvertire quello del sudore delle zampe. Nel mondo del cane, invece, è molto probabile che questa ulteriore forma di "marcatura" serva per imprimere altri messaggi del tutto particolari, rendendo ancora più allettante per l'animale la prospettiva della passeggiatina. Quasi certamente, dunque, sia il fattore olfattivo sia quello visivo giocano un ruolo determinante quando un cane gratta il terreno.

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